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Dicono di noi

Cosa dicono di noi
GLI ATLETI:

“L'ambiente della Polisportiva mi ha dato la possibilità di conoscere nuove realtà sociali, il clima di collaborazione che si è instaurato mi ha permesso di imparare a pormi meglio nei confronti dell'altro, anche in situazioni di vita quotidiana, al di fuori della Polisportiva.”

“FreeMoving rappresenta per me una realtà umana di profondo spessore, fatta di persone capaci di guardare oltre la punta del proprio naso. La sportività, il mettersi in gioco e - talvolta - un po di sano agonismo rendono sempre molto interessante questo mondo, che nel corso del tempo ha saputo espandersi, aggiungendo ulteriori ed innovative attività. Il guardare verso nuovi orizzonti e il considerare la diversità come un valore aggiunto, non come un limite, è ciò che rende speciale la Polisportiva!”

“Nel fare la guida ho imparato ad ascoltare il mio atleta, quindi ad ascoltare l'altro, il confronto, la pazienza ed i rimproveri hanno avuto un significato costruttivo nel percorso sportivo di questi anni. Sono indubbiamente diventato meno testardo, inoltre, confrontandomi con situazioni difficili derivanti dalla disabilità, ho imparato a riconsiderare ed ad apprezzare profondamente ciò che ho, le cose più semplici ed a cui molti "normodotati" non fanno caso, come la vista e l'udito.”

 

Pierluigi, atleta e guida

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LE FAMIGLIE

“Grazie al nuoto mio figlio è diventato più autonomo ed indipendente!

Ha acquisito una grande dimestichezza con l’acqua e lo ha fatto in tempi brevissimi. La paura e la preoccupazione si sono trasformati in voglia di andare in piscina, gradualmente ha migliorato la sua abilità nel cambiarsi in spogliatoio e, di conseguenza, anche a casa. È più sicuro di sé e delle sue capacità motorie.”

“La possibilità di avere un rapporto one to one allievo-insegnante rende FreeMoving una società speciale e più mirata alle esigenze dei bimbi ipovedenti. Il rapporto risulta essere concentrato sulle necessità dell’allievo e sulle sue sue caratteristiche, rendendo l’esperienza sportiva ed educativa unica ed irripetibile.”

 

Federico, genitore

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I NOSTRI COLLABORATORI E PARTNER

 

“Con una vita personale abbastanza frenetica e orientata principalmente al business,  FreeMoving è stata l'occasione per avvicinarmi al sociale: in poco tempo ho conosciuto persone eccezionali, di ogni fascia d’età, che concretamente cercano di sostenere e connettere tra di loro persone colpite dalla disabilità visiva. I sorrisi e l'allegria riscontrata nei loro incontri, sportivi e non, dimostrano il successo dell'iniziativa.”

“Collaborare con FreeMoving mi ha regalato sentimenti e sensazioni forti, a me prima sconosciute. Tanta, tanta ammirazione per Luca, Antonella e tutti i collaboratori, atleti e amici.”

 

Stefano, collaboratore

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“Gli studenti che hanno conosciuto e che frequentano la realtà di FreeMoving sono semplicemente più "felici", perché per loro è un'esperienza che trasmette tanta forza e tanta energia. Per loro è come aver incontrato una nuova famiglia, con la quale condividono soprattutto momenti di pura gioia e divertimento, che li porta e ridimensionare di molto quelli che prima consideravano "problemi" o "fatiche".”

“L’alternanza scuola-lavoro con FreeMoving è a mio parere un'ottima palestra di vita e quindi aiuta notevolmente qualsiasi percorso lavorativo si voglia intraprendere dopo gli studi: come evidenzia anche la nuova denominazione che il Ministero dà a queste esperienze (Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento), bisogna innanzitutto crescere come persone e sviluppare soprattutto le soft skills perché per quelle specifiche e tecniche di ogni singolo lavoro ci sarà sempre tempo. In FreeMoving, i ragazzi imparano a lavorare in team, a gestire lo stress, a comunicare in modo efficace ed efficiente.”

“Per me personalmente FreeMoving ha rappresentato e rappresenta una grande storia di Amicizia, quella con la A maiuscola. Un'amicizia che mi ha dato moltissimo dal punto di vista personale ma anche dal punto di vista professionale perché mi ha permesso, come insegnante,  di offrire ai miei studenti l'opportunità di fare esperienze fuori dal comune. Inoltre ho potuto così instaurare un rapporto ancora più autentico con i miei alunni e conoscere ancora più a fondo le bellezze e le potenzialità dei nostri ragazzi.”

 

Paola, professoressa

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LE NOSTRE GUIDE:

“Raramente avevo incontrato, prima di quest’esperienza, persone cieche o ipovedenti e questo aveva alimentato la mia convinzione che fossero persone estremamente limitate, anche nei più piccoli gesti quotidiani come prepararsi un caffè. Credevo loro persone sole e isolate, come se il buio non permettesse loro di farsi notare e interagire con gli altri. Solo ora, frequentandoli, ho capito che, nonostante alcuni ostacoli più evidenti, possono fare di tutto, sono indipendenti, più di quanto immaginiamo; hanno uno spirito e una forza enorme, che li spinge davvero a fare di più, a superare i loro limiti, che tanti credono impossibili, come tagliare un traguardo di una gara d’atletica.”

“Nel praticare sport facendo la guida ho trovato, oltre al valore aggiunto dell’aiutare qualcuno, la bellezza di creare rapporti di fiducia e di condivisione. Il cordino che ti lega ad un’altra persona ti unisce a lei, ti fa condividere emozioni particolari e intense: dalla fatica e la voglia di migliorarsi sempre di più, all’ansia, la paura e l’adrenalina ai posti di blocco, fino alla felicità e la soddisfazione per ogni traguardo tagliato insieme, qualunque sia l’esito della gara.”

“FreeMoving rappresenta per me un luogo dove la diversità e la disabilità non sono trattate come un tabù ma come una realtà, concreta e normale, per cui pregiudizi e obiettivi impossibili non esistono.

La cosa che mi ha colpito di più e che secondo me rappresenta al meglio questa associazione è proprio la normalità delle persone, il gruppo che si è creato e il clima di inclusione e di solidarietà verso tutti, che si osserva ovunque; inoltre per me è anche un ponte che avvicina i normodotati a un mondo che non è il solito a cui siamo abituati, ma che vive vicino a noi e che dovremmo davvero conoscere.”

 

Giada, guida

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“La mia esperienza in FreeMoving mi ha insegnato a smettere di vedere le difficoltà, i momenti di vulnerabilità e di insicurezza solamente come degli ostacoli: è proprio in quei momenti che siamo spinti a cercare dentro di noi le risorse per superare la situazione e spesso ci scopriamo capaci di cose che neanche immaginavamo.

I ragazzi dell’associazione sono diventati per me una fonte di ispirazione quotidiana, uno stimolo a non dare mai nulla per scontato e a riflettere su come spesso siamo noi stessi ad auto-imporci dei limiti che in realtà non esistono: con determinazione, resilienza e costanza si possono raggiungere traguardi prima inimmaginabili… loro ce l’hanno fatta!”

 

“Prima di iniziare la collaborazione con FreeMoving conoscevo pochissimo dello sport paralimpico e quello che sapevo era in gran parte legato all’attività sportiva in caso di disabilità fisiche e motorie dovute a paralisi o amputazioni degli arti.

Cecità e sport erano due concetti che non avrei affiancato facilmente: mi immaginavo che ci fossero delle tecniche di accompagnamento e delle strategie che permettessero ai portatori di disabilità visiva di svolgere una qualche forma di attività fisica, ma pensavo fosse finalizzata solamente al benessere psicofisico, non avrei mai immaginato che potessero arrivare a svolgere attività fisica a livello agonistico.

Oggi, grazie a FreeMoving, so che tutto questo è possibile e che i benefici e le soddisfazioni dello sport per un cieco non si esauriscono alla fine dell’allenamento o della gara, ma possono generare uno stimolo ancora più forte a conquistare quella autonomia e quella sicurezza che permettono di trovare appagamento anche dalle semplici attività quotidiane.”

 

“FreeMoving per me è una palestra.

È una palestra in cui corriamo, saltiamo e ci alleniamo fisicamente per poter performare al meglio durante le gare; è anche una palestra in cui impariamo a lasciarci andare per raggiungere la sintonia con il nostro atleta, per assecondare l’uno i movimenti dell’altro al fine di rendere il gesto atletico di entrambi molto più fluido e poter quindi massimizzare le nostre abilità.

FreeMoving, però, è anche e soprattutto una palestra in cui impariamo ad ascoltarci, a capire uno le esigenze dell’altro; è una palestra in cui allenamento dopo allenamento creiamo con il nostro alteta un rapporto di fiducia e di intesa, in cui impariamo a guidare e contemporaneamente a lasciarci guidare; è una palestra in cui impariamo a completarci e ad essere una squadra, ma non una squadra qualsiasi: una squadra particolare, in cui uno mette a disposizione la vista per arrivare al traguardo e l’altro condivide punti di vista nuovi e prospettive diverse da cui approcciare lo sport e la vita.”

 

Giulia, guida

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Cosa dicono di noi
I NOSTRI VOLONTARI:

Essere volontaria freemoving per me è in una parola condivisione.
Nel tempo che dedico agli iscritti all’associazione l’ultima cosa a cui penso è la loro disabilità. In primo piano ci sono momenti di gioia, di spensieratezza, di leggerezza. 
Il mio è un gesto semplice: porgere il mio braccio per il loro sostegno. Quello che ne ricevo in cambio mi riempie il cuore e arricchisce il mio spirito. 
Generazioni a confronto che condividono un’unica grande forza, quella di un gruppo consolidato aperto all’accoglienza. 


Camilla, volontaria

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Ho conosciuto l’associazione grazie ai miei figli Mauro e Simone, entrambi guide sportive.

Incuriosita dal loro entusiasmo verso questa realtà, ho deciso di andare a vedere un loro allenamento; lì ho trovato un ambiente confortevole, di scambio reciproco e soprattutto di inclusione, dove le differenze non esistevano. Sono stata colpita dalla tenacia, dalla forza e della normalità dei ragazzi e di come tutti venissero trattati allo stesso modo, guide e atleti.

L’attenzione di FreeMoving per il singolo si vede anche nelle numerose iniziative sociali che organizza al fine di promuovere l’inclusione e la realtà di tante persone cieche e ipovedenti.

Man mano mi sono sempre più avvicinata a Freemoving fino a diventare una volontaria, aiutando nella raccolta fondi nei mercatini di Natale e proponendo in alcuni comuni della Brianza delle esperienze sensoriali. Questi momenti di volontariato mi hanno fatto conoscere persone e realtà che prima non conoscevo e mi hanno arricchito di esperienze bellissime.

Monica, volontaria

 


 

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I NOSTRI TECNICI

“Durante le prime settimane di lavoro ricordo che ero molto curiosa di scoprire questo mondo a me totalmente nuovo (avevo già avuto a che fare con disabilità intellettivo-relazionale, ma nel ramo disabilità visiva avevo ancora tutto da imparare!) e allo stesso tempo un po’ impaurita; ad esempio evitavo di utilizzare durante le spiegazioni parole come "vedere, osservare, guardare, sguardo" per poi rendermi conto dalla seconda lezione che potevo tranquillamente farne uso senza offendere nessuno. La pratica sul campo è ben diversa rispetto a quello che ho affrontato durante il mio percorso di studi in università! 

Con più di un anno di esperienza alle spalle posso dire, che per tentativi ed errori, sono arrivata a capire che non vedo così tante differenze tra un normodotato e un ipo-non vedente a livello di conduzione della lezione, di proposte, di richieste, di processo, di risultato. Fissato l'obiettivo, con le dovute accortezze del caso, i mezzi d'allenamento utilizzati sono gli stessi di un gruppo di atletica di normodotati. Mi soffermo di più sulle esercitazioni che reputo possano servire al gruppo cercando di colmare gli adattamenti che il corpo mette in atto con la mancanza della vista, ma il procedimento è quello. 

A livello emotivo e più personale, devo dire che spesso mi stupisco delle cose che questi ragazzi/e riescono a fare, sia sul campo di atletica sia al di fuori. Certamente ognuno di loro ha un vissuto motorio diverso e unico, ma in qualche modo tutti riescono a sorprendermi. Sono poi contentissima quando in gara ottengono il loro miglior tempo o la loro migliore misura, perché spesso non si sentono in grado di fare certe cose e invece quello ne è il riconoscimento oggettivo.”

“Allenare un gruppo con disabilità mi ha regalato sicuramente un po’di elasticità mentale! Mi reputo infatti una persona che programma fin troppo le cose, sto imparando ad esempio che non sempre un allenamento "fila" come programmato, certo anche in gruppo di normodotati, qui ci sono semplicemente più variabili da considerare: luci, ombre, vento, che possono infastidire o addirittura disorientare, la normale predisposizione individuale di quel giorno, problematiche secondarie non inerenti direttamente alla vista ma che fanno parte di un quadro clinico più ampio. inoltre mi ha insegnato a mettermi maggiormente in gioco, dovendo ricorrere alla mia fantasia per attuare certe proposte di esercizi.”

“FreeMoving per me è un gruppo a cui piace divertirsi, mettersi alla prova, sfruttare al meglio le proprie capacità e aiutare chi ha bisogno, che sia un amico o uno sconosciuto che magari sta attraversando un periodo difficile della propria vita; personalmente ho trovato un ambiente in cui mi è stata data fiducia, dove mi sento a mio agio e dove mi piace moltissimo lavorare circondata da persone propositive e ottimiste. Inoltre per me rappresenta un'occasione per fare ciò che mi piace e seguire le mie passioni, ad esempio l'atletica  leggera come guida e come istruttrice, e un luogo dove coltivare nuove amicizie con tutte le persone che la frequentano: soci, volontari, guide, accompagnatori…”

 

Giulia, allenatrice

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“Trovo che gli atleti ipovedenti o ciechi siano incredibili e straordinariamente abili nell’accogliere ed eseguire l’esercizio che viene assegnato a loro. Essi combattono contro la paura perché si muovono in un ambiente nuovo e con grande spirito di volontà e coraggio affrontano ogni sfida con loro stessi. Sono loro che infondono emozioni perché condividiamo le difficoltà.”

“FreeMoving si occupa della radice e del motore del problema dello sviluppo sociale legato allo sport per le persone ipovedenti; anche la persona disabile ha il diritto di avere delle occasioni, attraverso lo sport, di essere protagonista e con il proprio potenziale corporeo può raggiungere un traguardo socialmente riconosciuto, essere in grado di affrontare una sfida per conseguire un soddisfacimento personale.

Questa è l’occasione che FreeMoving offre!”

 

Liliana, allenatrice

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Our Mission
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